- Dott.ssa Nunziante
Psicologia del regalo di Natale
Aggiornato il: 2 gen 2019
Oggi è il 25 dicembre e nella maggior parte delle case si scartano pacchetti, si strappano carte regalo e si staccano coccarde.
Ieri abbiamo assistito alle ultime grandi corse all'acquisto dei regali. C’è chi ha pianificato e scelto da tempo i doni da fare e, c’è chi invece alla Vigilia si lascia dominare dall' improvvisazione, raggiungendo elevati livelli di stress.
Eppure sono pochi coloro che riescono a resistere alla tentazione di trovare un regalo per i suoi cari.
L’atto di regalare è, infatti, un atto sociale, un rito collettivo denso di significati, che regola il rapporto tra persone e che veicola un messaggio reciproco.
Ma nell'epoca del consumismo fare regali rischia di diventare un gesto effettuato per assolvere i bisogni del donatore piuttosto che essere finalizzato al ricevente del regalo
Cosa diversa è invece saper donare come espressione di affetto autentico, come gesto di riconoscimento dell’altro e della relazione esistente.
Il termine regalo, infatti, deriva dal latino regalis (regale), rex (re) e attraverso lo spagnolo “regalo” (dono al re) sta ad indicare un tributo a chi meriti un riconoscimento, un dazio che si è obbligati ad offrire senza che esso veicoli contenuti affettivi.
Il termine “dono”, dal latino donum invece richiama l’atto di dare all’altro in maniera disinteressata.
Il regalo è una sorta di ricompensa, un atto finalizzato a ricevere qualcosa o l’adempimento di un obbligo che comunica all’altro l’assenza di una dimensione affettiva complessa.
Il dono, invece, è un’azione di rivelazione di sé da un punto di vista affettivo, è un gesto intimo che celebra la relazione tra donatore e ricevente.
Donare è un atto di investimento in una relazione, di confronto con l’altro e con le sue reazioni, di assunzione del rischio di insuccesso, proprio come accade quando intraprendiamo una nuova relazione affettiva e ci poniamo di fronte ad essa con le nostre paure e il nostro coraggio.
E tu fai regali o doni?